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Nuove prove nella class-action contro Apple e gli editori: Amazon al centro di una cospirazione

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A poche ore di distanza dall’evento tenuto da Apple per presentare, iBooks2 e le novità dedicate al mondo dell’istruzione, non sono mancate reazioni negative. Sono i legali che stanno portando avanti la class-action contro Apple, ad allegare nuove prove finalizzate ad avvalorare la teoria della politica anticoncorrenziale praticata dalla casa di Cupertino di comune accordo con cinque importanti editori. A subire gli effetti negativi della “tacita intesa” figurerebbe Amazon.

Le nuove prove dimostrerebbero che la scelta degli editori di stringere in maniera ancora più solida i rapporti di collaborazione con Apple e con il canale di distribuzione degli e-book rappresentato da iBooks sarebbe da interpretare come una sorta di reazione alla decisione di Amazon di praticare una politica dei prezzi particolarmente aggressiva. Esemplificativo a riguardo è un episodio oggetto delle nuove prove allegate alla class-action.

L’episodio in questione riguarderebbe il presunto incontro tra il presidente di Hatchett Livre, Arnaud Noury, ed un dirigente di Amazon avvenuto il 3 dicembre 2009, diverse settimane prima della presentazione ufficiale di iPad. Oggetto dell’incontro sarebbe stato il tentativo di convincere Amazon ad aumentare il prezzo degli e-book distribuiti tramite Kindle Store. Secondo l’aneddoto riportato, Noury, avrebbe affermato che aumentare di 2-3 dollari il prezzo degli e-book commercializzati a 10 dollari avrebbe risolto non solo i problemi di Hachette, ma anche quello degli altri editori concorrenti.

Le nuove prove comprendono anche alcune dichiarazioni rilasciate da Steve Jobs e riportate nella biografia ufficiale di Walter Isaacson e di altri dirigenti delle case editrici che, per riportare le recenti dichiarazioni di Steve W. Berman, che si sta occupando del caso:

“…shows the deep antagonism that publishers had toward Amazon for its consumer-friendly pricing”

“…mostrano il profondo antagonismo degli editori nei confronti di Amazon per la sua politica dei prezzi favorevole ai consumatori”

Berman poi aggiunge:

“We intend to show that the big publishers saw the sea change in the delivery of books, and agreed to a price-fixing conspiracy as a last-gasp attempt to maintain profit margins,”

“Vogliamo dimostrare che i grandi editori  hanno notato la trasformazione della modalità di commercializzazione dei libri ed hanno preso parte alla coalizione per fissare i prezzi  come  tentativo in extremis per conservare margini di profitto”

Ricordiamo che la class action iniziata contro Apple e cinque importanti editori (Hachette, Simon & Schuster, Macmillan, HarperCollins and Penguin) non è l’unica procedura giudiziaria che mira a fare chiarezza sulle eventuali pratiche anticoncorreziali attuate. Anche la Comunità Europea, infatti, sta indagando sulla vicenda dallo scorso dicembre.

fonte [1], [2]


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