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Apple respinge le accuse del DOJ: abbiamo arginato il monopolio di Amazon nell’industria editoriale

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Apple nuovamente coinvolta in una nuova controversia giudiziaria. Questa volta a farsi promotrice dell’azione però non è un’azienda concorrente, quanto piuttosto il Dipartimento di Giustizia statunitense che ha formalizzato mercoledì scorso le accuse contro la casa di Cupertino e vari editori ritenuti colpevoli di aver creato un cartello per tenere alti i prezzi degli ebook. A scontrarsi sono due differenti modelli di distribuzione degli ebook: quello di Apple che consente agli editori di fissare il prezzo dei libri e quello di Amazon che consente ai rivenditori di stabilire il prezzo di vendita. In attesa di decidere sulla vicenda, Apple non ha tardato ad inviare la sua risposta ufficiale alle recenti accuse, mettendo in evidenza come il suo ingresso nel mercato degli e-book avvenuto nel 2010 con il lancio di iBookstore ha interrotto il monopolio di Amazon.

A farsi portavoce della casa di Cupertino è Tom Neumayr che in una recente intervista ha dichiarato:

The DOJ’s accusation of collusion against Apple is simply not true. The launch of the iBookstore in 2010 fostered innovation and competition, breaking Amazon’s monopolistic grip on the publishing industry. Since then customers have benefited from eBooks that are more interactive and engaging. Just as we’ve allowed developers to set prices on the App Store, publishers set prices on the iBookstore.

L’accusa di collusione del Dipartimento di Giustizia nei confronti di Apple non corrisponde al vero. Il lancio di iBookstore nel 2010 ha favorito l’innovazione e la competizione, interrompendo il controllo monopolistico di Amazon dell’industria editoriale. Da allora i clienti hanno tratto beneficio dagli eBook che sono diventati più interattivi ed attraenti. Così come abbiamo consentito agli sviluppatori di fissare il prezzo in App Store, gli editori fissano i prezzi in iBookstore.

Ricordiamo che il presunto accordo tra Apple e diversi editori (Simon & Schuster, Hachette, HarperCollins, Penguin e Macmillan) sarebbe stato finalizzato a tenere alti i prezzi degli ebook per reagire alla politica di prezzi aggressiva praticata da Amazon. Compito del DOJ sarà dimostrate il coinvolgimento di Apple nell’accordo con gli editori. La vicenda era passata agli onori della cronaca anche all’inizio dell’anno a seguito delle nuove prove emerse nell’ambito della class action contro Apple in USA.

fonte, via


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